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TESTIMONIANZA
DI
PAOLA |
«Torna
a casa tua e racconta le grandi cose che Dio ti ha
fatto»
(Luca 8:39)
Questa frase Gesù la disse allindemoniato di
Gadara dopo averlo liberato, perché voleva seguirLo.
Per il Signore
era più importante che egli portasse agli altri
il messaggio della salvezza ottenuta da Gesù
piuttosto che bearsi della Sua compagnia senza
che altri potessero beneficiare della stessa
grazia.
Certamente io non mi trovavo
nelle condizioni spirituali di quel povero derelitto, ma
comunque, anche io, sebbene fossi ancora piccola, avevo bisogno di essere
liberata dalle mie inquietudini e che fosse soddisfatta
la mia ricerca interiore di un qualcosa che andava oltre
la mia religione,
ma andiamo con ordine.
Intanto, nel proporvi la testimonianza di ciò che il
Signore ha fatto in me, desidero innanzitutto salutare
quanti ne saranno partecipi col saluto cristiano Pace
a voi!.
È il saluto che Gesù fece ai Suoi discepoli quando
apparve loro dopo la Sua resurrezione (Luca 24:36) e col
quale i cristiani si salutano reciprocamente fin
dallinizio della nascita della Chiesa (Galati 1:3; Efesini 1:2,
ecc.).
Il mio nome è Paola e nel
momento in cui scrivo ho 39 anni.
Alletà di 11 anni frequentavo il catechismo nella
Chiesa Cattolica perché dovevo fare la comunione; ero
abbastanza religiosa e fervente per la mia età e
desideravo veramente ricevere dei riscontri concreti alla
mia fede.
Ricordo
che andavo in chiesa e, non solo mi inginocchiavo e
pregavo, ma spesso andavo personalmente vicino alle varie
statue lì presenti per toccarle, quasi a stabilire un
contatto fisico con le realtà spirituali che mi portavo
dentro.
Volevo raggiungere quel Gesù
del Quale mi si parlava, toccarlo, conoscerlo meglio,
avvertire una Sua risposta dentro di me, insomma
realizzare, come dicevo, qualcosa di concreto e non solo
una fumosa sequela di dottrine belle, ma vuote e che non
producevano assolutamente nulla in me.
A quel tempo avevo uno zio evangelico, ora col Signore,
che, ogni volta che ne aveva lopportunità (e anche
quando non laveva se la creava) parlava di Gesù.
Ma
quel Gesù che egli presentava era diverso da quello
lontano e invisibile che io conoscevo.
Egli
parlava di un Gesù vivente, accanto a
ciascuno di noi, di un Gesù che desidera
stabilire un contatto concreto con colui che
Lo cerca e che si fa sentire vivente nel
cuore di chi lo desidera. Mi parlava di un
Gesù col Quale egli poteva dialogare ogni
giorno e confidare in Lui per ogni situazione;
parlava, insomma, proprio di quel Gesù che
io cercavo ma che non riuscivo a trovare
neppure nella mia religione.
Egli spesso metteva in
evidenza il fatto che Gesù ci amava a tal punto
da lasciare la gloria del cielo, assumere una
natura umana, vivere una vita come quella di
tutti noi e poi morire volontariamente sulla
croce per salvarci dai nostri peccati. Egli
diceva che, per toccare quel Gesù ed essere
salvato dai propri peccati, non era necessario
fare alcunché, ma era sufficiente accettare il
dono della Sua vita offerta in sacrificio per noi.
Infatti la Bibbia dice che «Iddio
ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo
Unigenito Figliuolo, affinché chiunque
(quindi anche io ed anche tu che leggi)
crede in Lui, non
perisca ma abbia vita eterna»
(Giov. 3:16).
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Una sera, appunto, mio zio stava parlando a mia
madre di Gesù e ci ripeteva che Egli era vivente perché
era risorto dai morti e che era inutile cercarlo ancora
su una croce o nelle statue immobili.
Lo zio parlava a mia madre, ma quelle parole giunsero
nel profondo del mio cuore spingendomi ancora di più
a cercare la Verità.
Tuttavia
ero tenacemente combattuta nel mio intimo perché, da una
parte desideravo partecipare ad una riunione evangelica,
ma dallaltra parte desideravo continuare il
percorso spirituale che già stavo percorrendo, anche
perché in un angolino del mio cuore avevo paura di fare
peccato nel recarmi in una chiesa evangelica.
Alla fine
ruppi gli indugi.
Un
venerdì sera mi recai con lui in chiesa; quella sera la
riunione era dedicata allammaestramento. Il pastore
predicò sullidolatria e su come fosse sbagliato
adorare gli idoli e venerare le statue.
Quella Parola mi toccò profondamente e sembrava
indirizzata proprio a me; mi sentii una peccatrice e
chiesi perdono a Dio. Ricordo che avevo al dito un anello
sul quale era raffigurata unimmagine della Madonna
ed al quale ero molto affezionata.
Lo tolsi subito e mi sentii liberata in un attimo. In un
istante mi fu chiaro ciò che la Bibbia proclama e, cioè,
che «Dio è Spirito e quelli
che Lo adorano bisogna che Lo adorino in spirito e
verità» (Giov. 4:24).
Il giorno
dopo seppi da mia cugina che nella loro chiesa dovevano
fare lultima prova per la recita della Scuola
Domenicale (per
chi non lo sapesse, la Scuola Domenicale è
unIstituzione della Chiesa Evangelica attraverso la
quale si insegna la Bibbia a diverse fasce di età a
partire dai più piccoli fino agli adulti.
Allinizio dellestate, poi, i bambini fanno
una recita di chiusura del corso annuale nella quale
testimoniamo della loro fede in Gesù e di cosa hanno
imparato).
Come dicevo, quindi, mia cugina con altri bambini
dovevano andare a questa prova; chiesi di potermi
aggregare a loro e mi fu concesso. La domenica mattina mi
recai di nuovo per assistere alla recita e il lunedì
sera cera la riunione di preghiera. Anche quella
sera chiesi di potervi partecipare e così fui
accompagnata in chiesa.
Quella
sera stessa, gloria a Dio, il Signore mi battezzò
nello Spirito Santo secondo la promessa di Atti 2:38-39
con la manifestazione del parlare in nuove lingue.
Fu
unesperienza meravigliosa, per mezzo della quale
potei stabilire un contatto diretto col mio meraviglioso
Signore attraverso lo Spirito Santo.
Finalmente, anchio feci
quellesperienza che avevo sempre cercato da bambina
senza mai sperimentarla e, cioè, realizzare una
comunione diretta, vivente, quasi fisica (mi si passi
lespressione) col mio Signore.
Da quel
momento ho continuato a conoscerLo sempre più e ad
innamorarmi di Lui, fino a che feci la scelta di servirLo,
di piacerGli in ogni cosa, di fare la Sua volontà.
Oggi posso
confermare con decisione che quella fu la scelta
più bella che io abbia mai fatta in tutta la mia
vita e che niente e nessuno potrà mai farmi
allontanare dal Signore neppure per un attimo. |
Mi si
potrebbe chiedere: Cosè, questa, una favola a
lieto fine nella quale tutti vissero felici e contenti?
Be posso dirvi che la vita del credente è, sotto
certi aspetti, come quella di un personaggio fiabesco,
perché avere una Presenza tangibile dellIddio
Creatore in ogni momento della propria vita va ben al di
là di ogni immaginazione.
Certo, anche nella mia vita ci sono stati (e sicuramente
ci saranno ancora ) dei momenti difficili e dolorosi,
come del resto per tutti gli altri esseri viventi, ma, a
differenza di altri, io ho sempre avuto e sempre avrò
accanto a me Colui che può capire ogni mia afflizione,
che può liberarmene, se è nella Sua volontà, che può
fortificarmi e, insieme allapostolo Paolo,
anchio posso dire: «Io son
persuaso che né morte, né vita, né angeli, né
principati, né cose presenti, né cose future, né
potenze, né altezza, né profondità, né
alcunaltra creatura potranno separarci
dallamore di Dio che è in Cristo Gesù nostro
Signore» (Rom. 8:38-39).
Posso, infatti,
testimoniare che Gesù non mi ha mai lasciata sola, in
nessuna situazione bella o brutta che fosse e che con Lui
posso affrontare ogni tipo di problema, perché Egli mi
sostiene e mi guida attraverso la Sua Parola, la Bibbia.
È bello avere qui sulla terra un Amico fedele che ti
offre una spalla solida sulla quale appoggiare il capo
quando sei affranta, è bello potergli confidare tutti i
segreti più nascosti del cuore sapendo che Egli ascolta
e ti comprende, è bello anche gioire con Lui degli
avvenimenti felici della vita. Ma, ancora più bello di
tutto ciò, è avere immutabile dentro di sé la certezza
e la gioia che un giorno potrò incontrarLo faccia a
faccia e potrò contemplarLo, ringraziarLo e adorarLo per
leternità (1ª Tess. 4:16-18).
A
quanti leggeranno questa testimonianza voglio
dire: se sei in cerca della felicità, non quella
passeggera ed effimera che il mondo può offrire,
che dura un istante e poi vola via alla prima
occasione difficile, ma la felicità vera, quella
che non ti abbandona un solo attimo, neppure nei
momenti più duri, perche sai che Gesù è con te,
allora vai a Gesù perché è lUnico che
può capirti e donarti la salvezza e, quindi, la
pace e la gioia nel cuore.
Non è difficile, sai; non devi fare alcun
pellegrinaggio, né pagare alcunché, basta che
ti abbandoni con fiducia nelle Sue mani. Sappi
che, in realtà, Egli già ti sta cercando da
tempo e aspetta solo un tuo assenso per donarti
tutto ciò che il tuo cuore desidera. Dio ti benedica!
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